2 minuti solo 2

Pubblicato: giugno 27, 2021 in Uncategorized

È appena passata la mezzanotte, l’Italia ha vinto la partita contro l’Austria ed io…sto lavorando.

Si di sabato, e si a mezzanotte. E chissà quando tornerò a casa.

Questa è stata la ciliegina sulla torta di una lunghissima settimana. Magari non la più brutta di sempre ma comunque bella tosta. Soprattutto mentalmente.

Spesso siamo travolti dagli eventi e reagiamo di conseguenza senza accorgercene. Ma solo quando abbiamo 2 minuti di pausa per riflettere, è allora che diciamo: minchia che settimana! Però ce l’ho fatta anche stavolta.

Ultimamente ne abbiamo passate di mille colori. Come molte altre coppie penserete. E invece no, secondo me no. Sfido chiunque a passare ciò che abbiamo passato noi ed uscirne più forti ed uniti di prima. Oh fidatevi, è un bel lavoraccio la vita di coppia.

Ed ora, mi sono fermato 2 minuti mentre ‘lavoro’ per far sì che domani i miei colleghi possano lavorare in serenità. Ed in questi due minuti ho voluto ripercorrere gli ultimi 12 mesi passati con Fabi.

Non mi dilungherò e non userò parole sdolcinate o fatte, però cazzo…ha più palle di me. Ha un coraggio ed una forza che non avevo mai visto prima, e affronta tutto col sorriso. Quel sorriso che a volte maschera una paura bella tosta. Ma lei ride, e va avanti come un tir. Contro tutto e contro tutti. Sempre a testa alta e con me al suo fianco.

Ma non è indistruttibile, e a volte tocca a me confortarla. E ci provo, anche se poi ci riesco con scarsi risultati. Ma lei lo sa, e non me ne fa una colpa. Si rialza e torna a combattere.

Ed io provo a dirle queste cose, ma ho la fama di cazzone quindi anche un discorso serio finisce a ridere. Quindi le scrivo, così che rimangano nel tempo.

Torno a lavoro, che la cosa qui è lunga e non vedo l’ora di andare ad abbracciarla a letto.

Ah, e qualora stessi leggendo questo post…ti volevo semplicemente ringraziare: grazie di esistere, diceva Ramazzotti.

Ti amo baby.

Lestro’ – part 1

Pubblicato: Maggio 19, 2021 in Uncategorized
Logo Lestro ufficiale

Sono tantissimi gli argomenti che potrei trattare in questo periodo: dalla variante indiana, agli ennesimi scontri tra Israele e Palestina, ma ancora una volta me ne sbatero’ le palle e vi parlero’ di me.

Piu’ in particolare di un progetto sul quale sto lavorando gia’ da qualche mese con altri due geni: mio fratello ed un amico.

In realta’ l’idea di creare un brand mio e vedere la gente indossarlo mi e’ sempre piaciuta, ed in passato nonstante le bellissime idee e l’entusiasmo del momento, non sono mai riuscito a concretizzarle.

Questa volta sembrerebbe di si.

Durante l’ennesimo lockdown tra una email di lavoro ed una chiacchierata al telefono con qualche cliente, ho pensato bene di contattare un caro amico che creasse una grafica particolare da stampare su di una maglietta. Volevo indossare qualcosa di diverso e smetterla di comprare cagate dai big brands.

Cosi ridendo e scherzando abbiamo cominciato la produzione di nuovi design, e a sognare in grande.

Avevamo bisogno di un sito e di qualcuno che ci guidasse sulla retta via perche’ le idee erano davvero tante, cosi ho chiesto a mio fratello di aiutarci. E nonostante ora bisogna suddividere gli introiti per tre, credo di aver fatto una scelta oculata.

Tra qualche settimana capirete qualcosa in piu’, e soprattutto vedrete i design meticolosamente studiati e creati per LESTRO’.

Si LESTRO’. L’unione dei nostri cognomi con le stronzate stampate sulle nostre magliette.

Ora qualcuno dira’: che palle, un post pubblicitario. Ebbene si, il mio post pubblicitario.

Se vi piace l’arte, non prendervi sul serio e non avere premura di crescere allora LESTRO’ fa’ anche al caso vostro. Abbiate fiducia.

E seguiteci su Instagram: lestrostore

Detto cio’ torno a bestemmiare con i tipi della Three e della GoPro che devono consegnarmi roba da giorni ormai, e giusto giusto provano sempre quando nessuno e’ in casa, mannaggia a loro!

Domani mi vaccinero’ (Pfizer, grazie a Dio) quindi questo potrebbe essere il mio ultimo post dove utilizzo entrambe le mani.

Addio, e buona serata. E forza Juve. almeno chista vincemula zio can.

Hello everyone,

spero stiate bene ed abbiate passato un bel weekend.

Io da quando ho cambiato lavoro mi sto finalmente godendo i weekend e sto riuscendo a scoprire qualche zona di Londra che sconoscevo. Il tempo poi e’ stato abbastanza clemente quindi BINGO!

Questa volta abbiamo visitato il MERCATO METROPOLITANO (si chiama proprio cosi) nel quartiere Southwark di Londra a due passi dal The Shard.

Credo sia l’esempio lampante di come il cibo qui attragga piu di qualsiasi altra cosa o tipo di business.

Dall’esterno non gli avrei dato 1 centesimo, ma ho imparato a non giudicare dalle apparenze…ed ho fatto bene!

Al suo interno un food market e stand culinari che spaziano dal giapponese al messicano per passare dall’italiano. Ovviamente.

Birre provenienti da tutto il mondo e posti a sedere ricavati da vecchi banconi di legno. Tutta roba di recupero stupenda, senza troppi fronzoli con carta e plastica annessi.

Abbiamo optato per un bel polipo e pesce con contorno di patate. Che poi erano delle parnship o suede o come diavolo si chiama. Erano dolci, ma la fame era parigia domenica, quindi va bene cosi.

Insomma posto figo davvero, altamente consigliato.

Abbiamo concluso il tour con delle belle fette di torta ed una passeggiata romantica riverside che a Londra ha sempre un suo perche e ti offre scenari sempre diversi.

Sfido chiunque a visitare lo stesso spot due volte di fila e trovare gli stessi artisti, colori e suoni.

Che poi e’ vero dato che l’ho provato sulla mia pelle: se sei giu o hai cazzi per la testa, con qualche ora in giro per Londra ti passa tutto. Ti senti vivo di nuovo pronto ad affrontare qualsiasi ostacolo.

E nell’ultimo anno ho avuto un bisogno maledetto di perdermi per le strade di Londra.

buona settimana!

E su e giù

Pubblicato: aprile 30, 2021 in Uncategorized
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Oggi le cose dei pazzi.

Sveglia alle 6:30 perché ormai sono anziano e mi sveglio a quell’ora per andare in bagno e poi non mi riaddormento più. Anzi faccio di tutto per svegliare anche Fabi.

Colazione, vitamine, bagnetto a Chanel e primo treno per twickhenam per prendere la coincidenza direzione Reading.

Che città assurda: tutta palazzi, roundabout e infinite macchine. Ed un murales carino che ho fotografato.

Meeting di 1 ora e poi via verso Didcot Parlway. Poi taxi ed eccomi ad Oxford. Meeting di infinite ore e viaggio a ritroso verso casa.

Ora scrivo dal milionesimo treno, e nonostante abbia iniziato da poco il nuovo lavoro, penso di amarlo già. Non solo perché mi interfaccio con altre figure del business, ma anche perché viaggiando ho modo di esplorare anche se in minima parte, l’Inghilterra.

Prossimo stop: Virginia Water. Mi ricordo quando ci andai qualche anno fa il caldo era parigio e quelle cascate di merda non c’erano. E non so quante ore ci siamo fatti sui mezzi solo per vederle. Bastarde.

Tra 1 ora circa dovrei essere a casa, salvo qualcuno decida di gettarsi sui binari ovviamente. Dovrei allenarmi, ma forse riprendo lunedì.

Anzi no. Inizierò martedì perché lunedì è bank holiday.

Buon weekend o lungo weekend se siete in UK. A buon rendere.

Oggi non ascolto un cazzo Perché ho il telefono scarico in carica tramite il laptop. Tipo i puddi Pizzari insomma.

Murales trovato a Reading

Ode a Nomadland

Pubblicato: aprile 27, 2021 in Uncategorized
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Quest’anno per la prima volta dopo secoli ho seguito le prime ore della notte degli Oscar. Da premettere che conoscevo la maggior parte dei film in nomination in quanto mi sono imposto di vederli prima di fare il mio Toto-Oscar. Oltre al fatto che solo alcuni di loro sono stati trasmessi nelle sale quindi facilmente reperibili sulle platforms on demand.

Nomadland si è aggiudicato i premi più prestigiosi: miglior regia, film ed attrice protagonista. Che poi la McDormand fa scorpacciata di Oscar quasi ad ogni candidatura.

Avevo previsto la vittoria del film, ma capisco possa non piacere a tutti. Il motivo? Semplicemente secondo me un film non si può e non si deve giudicare solo dalla trama ma da tutto quello che lo circonda: dalle musiche, ambientazioni, montaggi e così via. Ecco, Nomadland è uno di quei film che ti porta a spasso presso lande sperdute mano nella mano e sta lì quasi in religioso silenzio per farti godere di tutto quello che ci si palesa davanti. Un film che entra in punta di piedi, timidamente e ti travolge senza che te ne renda conto. Ecco perché immaginavo vincesse.

Ce ne fossero di film come questo. Invece macchine volanti, mostri, pim pum Pam, fighe a destra e manca, parolacce ed hai fatto un blockbuster.

Che pena.

Nel frattempo io sono di ritorno da Manchester, ascolto i Negramaro e guardo le immense distese inglesi dal mio finestrino.

Esatto. 5 lunghi anni da quando ho scritto l’ultima minchiata su questo blog, poi ieri cagando ho pensato fosse arrivato il momento di tornare a creare contenuti piu’ o meno interessanti.

Tante cose sono cambiate in questi 5 anni, ma nonostante tutto sono ancora in UK. Si, ho cambiato altri due appartamenti, ma mi trovo sempre qui. E si, sempre sposato. Felicemente sposato nonostante gli alti e bassi di qualsiasi altra coppia che non sia esplosa durante l’ennesimo lockdown.

E gia, perche’ nell’ultimo anno ci mancava solo il Covid19 su questi pianeta.

Comunque in generale sto bene, anche se non ve ne puo’ fregare di meno. Ho cambiato lavoro e adesso sono al servizio di una societa’ tedesca che opera anche in Inghilterra. Chiusa l’esperienza del piccolo imprenditore ho deciso di tornare a fare la vita da impiegato privilegiato. Cosi ho ripreso in mano il controllo della mia vita, posso godermi i giorni liberi e avere meno pensieri.

E poi il Brexit. Ma ormai sono un povero suddito di Sua Maesta’ quindi nemmeno quello mi sposta ormai.

Insomma, ora che ci penso questi ultimi 5 anni sono stati un po challenging ma mi sono serviti per rimettermi sui binari giusti e tirare dritto spedito. Certo ogni tanto le fermate in mezzo alle campagne sperdute ci sono, ma poi giu’ dritti verso la meta.

La meta. Che poi qual’e’ la mia meta? Essere appagato a lavoro? Penso di esserlo. Essere appagato sentimentalmente? Decisamente si. Allora sono su sto treno che va forte come il vento ma verso quale direzione?

Non lo so e non lo voglio sapere, per adesso mi godo il momento e poi si vedra’.

Ah, ed ho comprato una tartaruga: Chanel, che forse morira’ a breve. Ma vi diro’ di piu’ nei prossimi giorni.

Intanto buona vita. Vi sono mancato?

EU refer-END-um.

Pubblicato: giugno 22, 2016 in Uncategorized

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Domani in Inghilterra si terra’ il referendum per decidere se la vecchia Britain deve rimanere o lasciare l’Unione Europea.

Da “ospite” di questa nazione dal 2009, mi sento di dire la mia sulla questione che toccherà’ noi immigrati nel caso il Brexit avesse la meglio.

Stando alle statistiche siamo in circa 7.5 milioni di poveri Cristi che risiedono in Inghilterra e rappresenta quasi il 12% della popolazione totale.

Indiani, Pakistani, Francesi, Cinesi, Polacchi, Italiani e più’, hanno deciso di trasferirsi e provare a migliorare il loro tenore di vita negli UK. Chi sta qui gia’ da anni (come me), chi invece ha da qualche mese iniziato una nuova avventura scappando da una nazione che gli stava stretta per diversi motivi.

Il nodo principale del referendum, stando a quello che dicono in Tv e sondando un po il terreno con amici e colleghi, e’ proprio il problema dell’immigrazione. L’Inghilterra e’ satura di immigrati e per questo dalla sanità ai trasporti tutto sta andando lentamente a puttane.

Ora dico io, capisco che gli Inglesi ne hanno le palle piene per ovvi motivi ma chi prenderà’ il nostro posto in futuro in caso di uscita dall’Unione?

Molti ristoranti locali, piccoli e grandi centri commerciali, il loro stesso servizio sanitario NHS (dove il 36% dei medici viene dall’estero) si ritroverebbero di punto in bianco ad investire in personale english-born, offrendo quindi queste posizioni ai “legittimi” pretendenti. E ci può’ anche stare se solo gli inglesi non fossero inglesi e la smettessero di snobbare certi tipi di employment.

In breve: Gli inglesi ne hanno fin sopra la testa di ricevere stranieri, ma anche noi facciamo girare l’economia vostra, cavolo. Chi popolerà i ristoranti italiani? camerieri, lavapiatti, e lavori più “umili” che occupano gli stranieri a chi andranno? quanto costeranno i prodotti d’oltremanica provenienti da paesi come Spagna e Francia? quanto costerà volare da e per l’Inghilterra con tanto di Visa pure.

Buh magari ho solo buttato dei numeri presi da internet e, per partito preso, ho messo in evidenza anche le mie preoccupazioni, pero’ credo che gli inglesi debbano votare con la testa e non solo con il cuore.

Poi come abbiamo sempre fatto, quel che verra’ ci prenderemo ed andremo avanti per la nostra strada. Male che vada, triplicherò i prezzi dei miei canvas SOLO ai clienti inglesi e che si fuckassero :).

Peace and Love.

 

Problemi col nome

Pubblicato: ottobre 29, 2014 in Uncategorized
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Ebbene si, da quando mi sono trasferito definitivamente negli UK e sono venuto a contatto con gli ‘inglesi del luogo’ ho scoperto che il mio nome è un grosso problema.
La sua pronuncia più che altro.
Non sono un grande fan del mio nome, però i miei avranno avuto mille motivi per avermelo accollato così me lo tengo stretto da ben 28 anni.
Gianpiero, Gian Piero, Piero, Pieroso sono state solo alcune delle variazioni che col tempo sono state date al mio nome.
Ma qui il problema è ancora più grosso perché subentra la questione ‘pronuncia’. Ho già imparato a pronunciare il mio cognome in inglese: Lionaadi con la a allungata (perchè Loro le R nemmeno sanno a cosa servono, vedi ‘better’ = ‘betta’). Ma con il nome la strada è ancora lunga da fare, così ho preso la cattiva abitudine di farmi chiamare come capita: Jean Pierre, John, Jam, Pierre, J. E chissà perché dopo essermi presentato col mio nome, ecco la persona di turno che si esibisce in un francese più o meno osceno: Oh you are French! Bonjour. No non sono un cazzo di francese. Polish? Nemmeno -.-
Ma oggi ho deciso di dare una svolta alla mia vita. Oggi si cambia. Inglesi del cavolo da oggi dovete chiamarmi GIAMPIERO!! E se sbagliate a pronunciarlo vi correggerò all’infinito. Come ho fatto oggi con una mia cliente:
– What’s Your name?
– Giampiero
– Giampier? (O Jean Pierre)
– no, Giampiero with the final O
– Giampierro?
– Giampiero
– Giampiero
– se! (Yes, lol)
– ok Jean Pierre I’ll see you later
– I’ll see you later, my name is Giampiero tho.

Capito? Giampiero.
O Carlos.

Per i tiri tiri: con loro ho perso le speranze, per loro sono e sempre saró GIAMBIRO o JAMBI.

Northern line verso Waterloo.
Niente musica, solo un bordello di commuters che fetono a carogna.

Attesa

Pubblicato: dicembre 4, 2013 in Uncategorized
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Mentre aspetto la ‘maestrina’ al Pret di Putney, ho pensato di scrivere questa pagina.
In effetto ho un po’ abbandonato l’idea di scrivere qui, vuoi per mancanza di tempo o liscia acuta ma mi sono ripromesso di riprendere a scrivere prima o poi ed eccomi qui.
Anche quest’altro anno sta per finire, e molti fanno i resoconti di questo 2013 quasi passato. Così é tempo anche per me di ripercorrere questo indimenticabile anno.
Unico e speciale, ha avuto il suo culmine quel 18 luglio quando un “si lo voglio” ha ufficialmente sancito il cambio da Miss a Mrs di ‘Mini’. Preparativi pazzeschi per una giornata da favola, o almeno per noi, che ha visto anche diverse nazionalità riunite sotto lo stesso tetto: oltre noi onnipresenti italiani, anche brasiliani e israeliani hanno degustato le prelibatezze sicule al nostro matrimonio.
Per quanto riguarda il lavoro, mini adesso é ufficialmente una maestrina dell’asilo mentre per me non é cambiato nulla. Al solito mille responsabilità si, ma niente di nuovo. Però l’anno non é ancora finito, e magari mi ritroverò a lavorare sull’ultima frase :).
E anche quest’anno un via vai di gente é venuta a trovarci con la scusa di visitare anche la città: i rispettivi genitori e poi zii e cugini ci hanno fatto staccare la spina per qualche giorno e fatto vedere instancabilmente Londra con gli occhi da turista.
Si ficiru i 7 e ancora non c’è traccia della donna di casa, mi stanu ittannu fora dal locale.

Oh eccola, sembro un pazzo che delira -.-
Baci e abbracci, vado a salvare la mia donzella. Alla prossima

– Pret, Putney –
18:46
Chiamami Napoleone – Samuele Bersani

Ultimamente molti miei contatti su Facebook hanno condiviso un video sulle loro bacheche, mettendo fretta nel visionarlo prima che venisse rimosso: Italiano, in un supermercato in Germania, dimostrava come la vita tedesca non è poi così cara come si vocifera nonostante gli stipendi elevati.

Ecco, oggi voglio sfatare anche il mito di Londra e dei suoi “very expensive” (molto costosi) prodotti. Per quanto riguarda gli stipendi invece il minimo consentito dalla legge è di circa £6.50 l’ora; quindi un full time guadagnerebbe circa £1000 al mese, non tanto lontano dagli standard italiani con la piccola differenza che per quanto in crisi, qui ancora si trova qualche lavoretto.

Di seguito alcuni prodotti low cost, tutti ad £1 (circa euro 1,16 attualmente) fotografati ad un qualsiasi Poundland di Londra.

Pensate ancora che la vita a Londra sia cara?ImageImageImageImageImageImageImageImageImageImageImageImage